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Accoltellamento nell’ Osteria di Calice nel 1764

lite osteria 1

Nell’Archivio Storico del comune di Finale Ligure il “Fondo Curia Civile e Criminale del Marchesato del Finale” (documenti del periodo storico dal 1613 al 1800 circa) contiene documenti relativi a fatti realmente accaduti nel nostro paese. Avvenimenti importanti, a volte gravi come delitti e furti, altre semplici liti tra vicini di casa.

lite osteria 2

registro conservato in Archivio Storico del Comune Di Finale Ligure

Consultando questi registri si può vedere uno spaccato dell’epoca che ci permette di capire come si svolgeva la vita quotidiana di quel periodo: come si vestivano, i lavori svolti, gli spostamenti, cosa mangiavano, i soprannomi delle persone, chi erano i vicini di casa.

La nostra comunità era amministrata da due Consoli, tra i loro compiti vi era quello di denunciare i fatti accaduti sul territorio.

Questi si recavano al Borgo, dove c’era l’ufficio Criminale del Marchesato del Finale ed alla presenza del Capitano di Giustizia e di un Notaio esponevano i fatti, in seguito venivano convocate le persone interessate e nei casi più gravi facevano un sopralluogo dove era accaduto il fatto.

Esaminando l’accaduto successo a Calice nel Gennaio 1764 ho potuto valutare che si trovano cognomi di famiglie che attualmente non risiedono più nel nostro territorio, che esisteva già un’osteria: struttura dove ci si poteva incontrare, mangiare, bere, svagarsi, giocare a carte.

Il gioco più diffuso era chiamato primera a denari, molto probabilmente l’attuale scopa, si giocava a soldi, ma non so se era legale. Ho potuto capire che si divertivano anche organizzando serate danzanti, in particolare nella prima domenica di Quaresima; che c’era un dottore.

Il fatto in questione è una lite accaduta nell’osteria del paese durante una partita a carte conclusasi con l’accoltellamento di uno dei giocatori. Non so come si sia conclusa questa vicenda perché alcuni documenti non sono stati rintracciati e una parte di questi sono scritti in latino, quindi di difficile lettura, ma è chiara la parola contumacia, l’imputato venne chiamato in giudizio ma non si presentò. Furono chiamati a testimoniare le persone presenti al fatto e che conoscevano sia l’accusato che la vittima, il dottore che curò la ferita ed il proprietario dell’osteria.

Esaminando i documenti ho capito che in quel periodo la condanna veniva letta ad alta voce nel centro del paese e anche davanti all’ abitazione del condannato. Il compito di dare lettura della sentenza era del Banditore, annunciato da alcuni squilli di tromba. Al termine di queste operazioni che duravano per alcuni giorni, questi si recava presso l’Ufficio Criminale di Finalborgo e verbalizzava il tutto anche con giuramento.

Sicuramente l’accusato sarà stato condannato, ma non avendo trovato documenti della sentenza si può anche azzardare l’ipotesi che gli sia bastato abbandonare la giurisdizione del Marchesato del Finale per continuare la sua vita in piena tranquillità.

Una cosa è certa, nonostante la vita difficile le persone giocavano a soldi, si facevano prestiti, si bisticciava…. proprio come adesso.

Leggiamo le Trascrizione dei documenti che spiegano come si sono svolti i fatti

lite osteria 3

Denuncia fatta  sotto giuramento dal Console di Calice  Bernardo Massa

Avendo inteso che questa sera al circa le ore 23 sonsi altarcati Andrea figlio di Angelo Russo denominato il Grillo et Ermenegildo Busso Figlio di Vincenzo di Calice nell'osteria di Francesco Valente nato in detta Villa e che il detto Andrea Rosso abbia dato una coltellata in un fianco al detto Ermengildo Busso come lo stesso Busso mi ha poi detto; perciò per debito del meo ufficio mi devo subito provato retto che notta à darne prova a questa curia, non avendo per altro inteso ne la caosa di detto contesa, ne chi fusse presente al detto fatto.

Un Dottore visita il Ferito, ecco cosa dichiara Chirurgo

1764 à 15 gennaro alle ore cinque di notte in Calice
Faccio fede in inscritto Chirurgo con mio giuramento d'avere visitato, e medicato Ermenegildo Busso Figlio di Vincenzo di detta Villa d'una ferita fatta da punta e taglio fra la terza e quarta costa vera alla ferita sinistra penetrante trasversalmente quale medico con pericolo et in fede.

Racconta il fatto accaduto il ferito  Ermenegildo Busso

Il fatto si è, che il giorno di ieri circa le ore 23. me retrovavo nela osteria di maestro Francesco Valente posta in questa villa di Calice, nella quale pure vi era Andrea Rosso figlio di Angelo denomenato il Grillo qui abitante col quale giocavo alle carte el gioco di primera a denari ….?, ed esso di avere perduto de sette in otto dito dissi al detto Andrea che m'imprestasse dieci soldi, et avendomeli imprestati, dissi al detto Andrea che continuasse il gioco,et esso mi risponde che non voleva più giocare con me, et invece si mise a giocare con Carlo Iovulta abitante in Calice e doppo d'avere terminato il gioco col detto Iovulta, mi disse detto Andrea Rosso che dovessi restituirle li dieci soldi che miaveva imprestato et io le resposi, che volevo trattenermeli in conto delli soldi dodeci che avansavo da lui che io l'anno passato nella prima domenica di quaresima li avevo spesi in fare la festa da ballo come si suol  fare ne più detto Andrea meli aveva dati, et esso in vista che io non le volevo dare soldi dieci mi disse che volevo mangiare con quattro ganasce e che non voleva passare da coglione et io quel mentre le tirai un schiaffo, e le diedi un pugno et esso se ne andò in contro alla muraglia, e li pigliatosi mi si avventò addosso e, mi tirò un colpo come pugno, e mi sentij pungere da un'arma che giudico forse coltello con punta, e discostatosi da mezzo passo circa viddi le con occi che detto Andrea Rosso aveva per la mano destra un coltello longo con lama larga e manico d'osso negro, e non potei riconoscere in quella confusione la ponta dello stesso coltello da cui restai ferito sotto il petto ò sia nelle costa sinistra come aveva riferito il Chirurgo detto da cui in quella notte fui visitato e, medicato, e quando detto Andrea Rosso mi tirò detto colpo di coltello vi erano presenti detto Carlo Iovulta (Torcelli?)Goiò Batta Arnaldo detto Morosio, Steffano di Calice, e doppo d'avermi ferito si fermò lui circa mezzo quarto d'ora e poi si partì e di li a poco io me ne andai a questa mia casa e. gionto dalla casa di Bernardo Cappellino. viene avanti detto  Andrea Rosso al quale di nuovo io veddi che aveva nella mano destra il coltello sudetto con cui mi ferì, e potei riconoscerlo un poco di lama atteso che il resto della lama veniva coperto dalla giubba del detto Rosso, e viddi. come ho detto un poco di lama solamente perché io mentre mi avvicinavo a detto Rosso, mostrò di mano diestrar fuori detto coltello, e per punto mi accorsi detta lama poteva essere lunga un palmo circa essendo vicino a detto Rosso mi disse che fasci meglio di venirmene a casa alché nulla risposi et in quel mentre vi … retruvò … Antonio Rosano, e detto coltello fù tenuto dalla mano di detto Rosso dal suddetto Carlo Iovulta, emi pare che detto coltello avesse il manico nero.

Esaminano il coltello, che risulta con la punta rotta,  all’epoca erano proibiti i coltelli con punta fine. Sicuramente è stata rotta di proposito dall’accusato nel registro si può vedere che l’arma è stata disegnata a lato del verbale

lite osteria 4

Un coltello della lunghezza d'un palmo tra la lama et il manico quel manico è di osso nero rigato et vero di corna in fondo dello stesso, e cerchietto pure di corna tra la cima di detto manico, e la lama la quale verso il manico è di larghezza un'orcia circa e va restringendosi verso la cima di detta lama con costada una parte e taglio dall'altra, al quale coltello per quanto si vedea è stata difresco rotta la punta; pront'melius exeo delineato in magina … …pure di corna nella cima di detto …
Alla qualità della lama e manico mi pare che detto coltello sia lo stesso con cui ieri sera fui ferito da detto Andrea Rosso, ma di certo non lo posso dire.

ascoltate alcune testimonianze, la prima di Nicola Massa, la seconda non sono stato in grado di decifrarne il nome

(1)… sono molti anni che conosco Ermenegildo Busso figlio di Vincenzo di questa nostra Villa di Calice e dico per verità che lo stesso è giovine di buona voce, condizione e fama che attende ai fatti suoi, ne mai ho inteso alcuno a tormentarsi di lui frequentando la chiesa ne mai ha commesso delitto alcuno, e per tale è comunemente tenuto e rispettato –
De causa … … quanto … la cognizione e, pratica che ho del detto Ermenegildo
Busso –
(2) Io dico che sono molti anni che ho cognizione e pratica di Ermenegildo Busso figlio di Vincenzo di questa nostra Villa di Calice, e posso per verità dire che è giovine di buona voce, condizione e fama che frequenta la chiesa, ne mai ha dato caosa ad alcuno di lamentarsi di lui, e per tale è communemente tenuto e rispettato in detta nostra Villa Perché non ho mai inteso parlare …. di lui

Il 26 Gennaio interrogano anche l’oste Francesco Valente

Io precisamente non lo so, suppongo però che possa … per il fatto seguito li giorni passati nella mia osteria che faccio in Calice fra Ermenegildo Busso figlio di Vincenzo et, Andrea Rosso figlio di Angelo sopranominato Grillo, ma dì detto fatto io non ne sono informato, perché io ero fuori, bensì ne sarà informata M(aria) Antonia mia moglie, avendo pubblicamente inteso dire che detto Andrea Rosso abbia dato al detto Ermenegildo Busso una coltellata, ne so di vantaggi

Grazie a Giovanni Peluffo per la trascrizione dei Documenti

lite osteria 5

registro conservato in Archivio Storico del Comune Di Finale Ligure

 
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Carlo Croce, che risiede a Montevideo, ma con profonde radici calicesi e un legame indissolubile con il nostro paese ci presenta il suo sito web dedicato al mondo dell'agricoltura

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(per l'occasione il sig. Croce ha preparato una pagina in italiano per i lettori di Calice Ligure)