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La casa comunale

Casa comunale

LA CASA COMUNALE

Non si conosce l’ubicazione dell’edificio (o l’eventuale parte di esso) che, nel passato più remoto costituì  la sede della comunità calicese.

È certo invece che in tempi meno lontani, furono utilizzati dal Comune come sala delle adunanze e come archivio due locali della “Casa della scuola”. Tale casa era sorta per la disposizione testamentaria e per la munificenza di Nicolò SASSO: con il generoso lascito del concittadino, nell’anno 1723, fu acquistato un fabbricato nel quartiere del Monte ove si sarebbe insegnato a quaranta fanciulli calicesi i rudimenti della scrittura, della lettura e del far di conto.

Casa comunale oggi

Il caseggiato, posto nell’attuale Via Inomonte si componeva di un magazzeno al piano terreno e di quattro vani superiori, la copertura era a terrazzo. Si ignora l’epoca precisa in cui iniziò a servire anche da casa comunale oltre che da edificio scolastico; tale uso durò comunque per un tempo di molto superiore al secolo e terminò nell’ottobre dell’anno 1906.

Veramente nell’anno 1838 a causa dell’umidità proveniente dai terrazzi che aveva reso quasi inservibili i locali sottostanti e che arrecava grave pregiudizio alla conservazione delle carte comunali, si era deliberato di costruire una nuova casa comunale un po’ fuori del centro abitato, nello spazio tra la chiesa parrocchiale e l’oratorio. La spesa era considerata di scarsa entità in quanto utilizzando da due lati i muri degli edifici sacri non rimanevano da costruire che due muri, uno sul davanti e l’altro posteriormente. I vani sarebbero stati tre, uno sopra l’altro.

Il maestro Giuseppe Andreoni, a cui fu affidata la perizia, valutò l’ammontare della spesa in Lire 1.100. I lavori furono appaltati al maestro muratore Camillo Bolla di Calice per l’importo di Lire 1.094; il pagamento fu convenuto in quattro rate e la popolazione avrebbe contribuito alla provvista e al trasporto delle pietre.

I lavori ebbero un inizio regolare, ma ben presto si dovettero affrontare alcuni inconvenienti, che intralciarono il normale svolgimento dell’opera: una malattia dell’impresario con conseguenti interruzioni più o meno lunghe e la sospensione del concorso popolare nel trasporto delle pietre. Il problema più grave fu rappresentato però dagli scoli delle acque dai tetti principali della chiesa e dell’oratorio, con l’evidente necessità di costruire costosi canali. Anche nella nuova fabbrica si riscontrarono numerose infiltrazioni di umidità a causa di un vano rimasto scoperto.

Di conseguenza, nell’anno 1845, l’amministrazione deliberò la sospensione dei lavori e la demolizione della parte già costruita, lo scioglimento del contratto con Camillo Bolla e la ristrutturazione della vecchia casa della scuola (in quartiere Monte) che in ogni modo non potevasi lasciar cadere in rovina.

A questo punto il Comune adottò una soluzione avveduta e conveniente: copertura dei terrazzi con il tetto, e contemporaneamente innalzamento di un nuovo piano sottostante ad esso. La costruzione del tetto e la sopraelevazione furono eseguite dal maestro Andreoni con una spesa di Lire 2.220 alla quale furono detratte Lire 125 per materiali ricavati dalla demolizione della casa iniziata tra la chiesa e l’oratorio.

Il collaudo dei lavori di innalzamento e di ristrutturazione avvenne il 24 maggio 1849.

Il Comune poté così servirsi di locali idonei e confacenti posti al secondo piano: archivio, segreteria e sala per le adunanze consiliari; un vano fu riservato alla scuola maschile, il piano inferiore sarebbe stato concesso in locazione.

Come già osservato, la sede comunale rimase nel caseggiato di Via Inomonte sino all’ottobre dell’anno 1906 quando si manifestarono esigenze di maggior decoro e funzionalità. Fu così che gli uffici comunali passarono in alcuni ambienti, dignitosi ed adeguati, situati al primo piano del palazzo di proprietà dell’avv. Vincenzo Buraggi in Piazza Cesio, locali affittati espressamente per tale scopo.

Nel settembre dell’anno 1938 gli uffici comunali subirono un nuovo spostamento, ma per portarsi in locali propri edificati in Piazza Massa (quelli attuali).

Sul finire dell’anno 1936 le locali Cooperative (la Società Mutua Assicurazione Bestiame e la Società Cooperativa di Consumo) avevano iniziato l’edificazione della loro sede, parte su terreno di proprietà e parte su suolo pubblico. Il Comune concesse gratuitamente la porzione di suolo pubblico in cambio del diritto di sopraelevare, sopra lo spazio occupato dalle due Società, la propria nuova sede, e, sopra della stessa quella dell’ex fascio.

Queste le risultanze alla fine dei lavori: al piano terra tre vani ad uso della Società Mutua Assicurazione Bestiame e quattro per la Società Cooperativa di Consumo, oltre agli scantinati, di competenza tutti delle Cooperative; al primo piano otto ambienti appartenenti alla comunità calicese; sulla proprietà comunale altri otto locali di spettanza dell’ex fascio.

Si riportano ora alcuni dati riguardanti la costruzione della nuova sede comunale.

Con contratto amministrativo in data 24 settembre 1937 in seguito alle risultanze dell’asta pubblica, i lavori furono affidati alla ditta geom. Domenico Accinelli di Finale Ligure, lavori ultimati il 9 luglio 1938 e collaudati dall’ingegner Ugo Mazzarelli il 10 gennaio 1939. La documentazione contabile presentata dal direttor geom. Bartolomeo Alonzo determinò in Lire 57.639,57 l’importo totale dell’opera. All’impresa fu corrisposto un acconto di Lire 25.000; la rimanenza di Lire 32.639,57 fu pagata in 5 rate annuali con la maggiorazione del 5%.

Nell’anno 1946 il Comune prese in affitto i vani posti al secondo piano già di proprietà dell’ex fascio e confiscati dallo Stato. Essi furono utilizzati per le scuole elementari del capoluogo fino alla primavera del 1962, quando entrò in funzione il nuovo edificio scolastico.

Allo stato attuale lo Stato è sempre proprietario del secondo piano, gli ambienti sono concessi in locazione all’amministrazione comunale che li ha adibiti ad uffici propri.

L’esterno del Comune di Calice rispecchia lo stile dell’architettura tipica del passato regime; la parte interna è stata rimessa a nuovo e si presenta molto decorosa. Recentemente è stata restaurata anche la parte esterna.

 

Casa comunale

 
Partner

Carlo Croce, che risiede a Montevideo, ma con profonde radici calicesi e un legame indissolubile con il nostro paese ci presenta il suo sito web dedicato al mondo dell'agricoltura

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(per l'occasione il sig. Croce ha preparato una pagina in italiano per i lettori di Calice Ligure)