SAN NICOLO’
La chiesa parrocchiale di San Nicolò conserva due simulacri del santo Titolare e Patrono: uno denominato “dei poveri” di proporzioni ridotte e attualmente restaurato; l’altro detto “dei ricchi” di dimensioni molto grandi e di epoca più recente.
La festa è celebrata attualmente due volte all’anno: il 6 dicembre, giorno della ricorrenza tradizionale, in cui si onora la statua “dei poveri” con una funzione liturgica e senza manifestazioni esteriori con la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici; quindi la prima domenica di maggio, con particolare solennità e con il trasporto in processione della statua “dei ricchi” (da alcuni anni, a causa dell’elevato peso, la statua non viene portata in processione).
Sino a tutto l’anno 1872 si svolgeva una sola cerimonia solenne nel giorno 6 dicembre, con celebrazione della messa del Santo da parte di tutti i Sacerdoti di Calice ed acquisto dell’indulgenza plenaria attraverso i sacramenti della Confessione e Comunione.
In quello stesso anno i calicei erano riusciti, con il contributo delle generose offerte pervenute dall’America, a concretizzare un desiderio che cullavano da tempo, quello cioè di far eseguire una nuova statua di San Nicolò, da poter portare in processione per le vie del paese, con grande fede e con intensa devozione.
Tuttavia il 6 dicembre apparve ai fabbriceri della chiesa e alla popolazione tutta, sia per le scarse ore di luce proprio di tale giorno e sia per il tempo che, in tale periodo è per lo più inclemente e piovoso, una giornata poco adatta alla solennità della festa ed alla grandiosità della processione cui ognuno aspirava.
Fu così che il parroco dell’epoca don Bonagiunta Conio, facendosi interprete dei desideri del popolo, in data 20 gennaio 1872 indirizzò una supplica alla Santa Sede tramite il Vescovo di Savona chiedendo la trasposizione della festività dal giorno 6 dicembre alla prima domenica di maggio, periodo ritenuto come più conveniente e più adatto. La richiesta ottenne esito positivo e fu approvata dalla Sacra Congregazione dei Riti con decreto del 22 febbraio 1872. Dall’anno 1873 San Nicolò venne onorato due volte all’anno: la prima domenica di maggio “festa solenne” e il 6 dicembre “festa liturgica”.
La prima domenica di maggio dell’anno 1873 si svolse la solenne inaugurazione della statua “dei ricchi” facendo ricorso alla maggior pompa possibile. La chiesa venne abbellita con tanti e particolari addobbi, grandiosi i fuochi di artificio e molto gradita la partecipazione dei musicanti della Società Filarmonica di Finalborgo.
Si trascrive dal libro “Libro dei conti della Fabbriceria di S. Nicolò” un’interessante memoria riportata in tale anno e relativa alle spese sostenute per la statua, per la cassa e per il trasporto da Genova.
Per offerte di diversi calicesi residenti in America si è fatta la nuova statua di S. Nicolò. Eseguita dal Sig. Mercenaro scultore in Genova, con l’intervento dei Signori Scanzi professore di Scultura, e Semino professore di Pittura nella Regia Accademia in Genova. Il tutto fu dalla Fabbriceria affidato alla sorveglianza del Signor Prof. Cavalier Bartolomeo Massa specialmente incaricato.
La statua costò Lire mille
Oltre ciò occorsero le seguenti spese:
Totale delle spese per la cassa e il trasporto della statua …….. Lire 700,40
Nel predetto Libro dei conti figurano anche le offerte raccolte fra i calicesi per la grande festa dell’inaugurazione del 1873, spese che la chiesa non era in grado di sopportare. Furono incaricate della raccolta alcune persone, due per ogni quartiere del paese; e in tutto si raggiunse la somma di Lire 741,53 così ripartite
Le notevoli dimensione della statua di S. Nicolò e il suo peso non indifferente richiamarono più di una volta l’attenzione della Fabbriceria sulla grave pericolosità del trasporto del simulacro in processione, specialmente nel tratto della gradinata di accesso alla piazza della chiesa.
In una deliberazione del 2 gennaio 1898 i fabbriceri stabilirono che si continuasse a svolgere la processione nella ricorrenza della festa senza però il trasporto dell’effige del Santo. Il desiderio comunque di portare la statua per le vie del paese, si rilevò talmente forte nella popolazione tutta che un altro atto del 1° luglio 1900 si progettò di modificare il simulacro onde alleggerirne il peso con affidamento dei relativi lavori a persone esperte onde evitare il possibile danno. Il che fu eseguito e così si mantenne la processione fino ad alcuni anni fa.
La statua “dei poveri” custodita nella sacrestia, rappresenta S. Nicolò vecchio e barbuto, con gli attributi dell’autorità vescovile: indossa la mitra, cioè il copricapo alto e rigido delle cerimonie solenni, sulla sua sinistra si vede il pastorale, vale a dire il lungo bastone ricurvo in alto. La mano destra è benedicente, la sinistra regge un libro in cui sono appoggiate delle mele (o palle) d’oro.
La statua “dei ricchi” invece raffigura il Santo sempre vecchio e barbuto, con lo sguardo rivolto verso l’alto e il capo circondato da un’aureola. Non indossa i simboli dell’autorità del vescovo: la mitra è appoggiata sul fondo e il pastorale tenuto da un pargoletto.