Strada carrettiera Calice - Finalborgo (Via Calice)

Il tratto di strada che da Finalborgo giunge a calice è chiamato VIA ROMA perche con un decreto del 31 Luglio 1931 tutti i centri urbani dei Comuni Del Regno debbono avere dall'anno X' (1932) una via non secondaria intitolata con il nome della nostra Capitale.

Via Calice

Si giunge da Finalborgo a Calice percorrendo la strada provinciale che costeggia il torrente Pora sul lato sinistro.

La realizzazione di una strada carrozzabile di collegamento tra Finalborgo, Calice e Rialto rappresentò il più grande e importante avvenimento della seconda metà del secolo XIX. Con quest’opera infatti i vari paesi dell’entroterra finalese riuscirono ad affrancarsi dall’isolamento in cui erano da tempo imprigionati e si avviarono verso un sempre e maggiore sviluppo economico e sociale attraverso il commercio del legname e dei prodotti della campagna.

L’esigenza e la necessità di una strada adatta al trasporto su carri e non più a dorso di muli si fece sentire in modo particolare dopo la costruzione della linea ferroviaria lungo il litorale, la Stazione di Finalmarina.

L’impresa della strada costituì un grosso impegno sul piano progettistico e quello finanziario. I comuni di Calice, Rialto, Perti, Finalborgo e Finalmarina si riunirono in Consorzio sotto la presidenza del Sindaco di Calice Giacomo Massa. Il Consorzio adottò la risoluzione di realizzare il primo tronco che collegasse Calice a Finalborgo, rimandando a tempi successivi l’esecuzione del secondo tratto sino a Rialto.

L’opera fu iniziata nell’anno 1864 e nell’ottobre 1867 fu inaugurato ed aperto al pubblico il percorso da Finalborgo a Calice. La spesa ammontò a lire 100.000 e venne così ripartita: Calice Ligure lire 30.960, Rialto lire 30.960, Perti lire 3.600, Finalborgo lire 2.160 e Finalmarina lire 4.320. Il Ministero dei Lavori Pubblici contribuì con lire 8.000 e la Provincia di Genova con lire 20.000 (la provincia di Savona sarà costituita nel 1927).

La strada fu fortemente voluta dal Sindaco Cav. Giacomo Massa, che si prodigò a tal punto per il bene della popolazione da ipotecare i propri beni per la realizzazione di varie opere di pubblica utilità.